Oggi è l’8 marzo, festa della donna

Oggi è l’8 marzo, festa della donna

Quest’anno una festa speciale, perché coincide con la giornata mondiale del rene, dedicata a “I reni & la salute delle donne”.

E allora il mio pensiero corre a tutte le donne che ho incontrato nei trent’anni di vita trascorsa nel modo della malattia renale al fianco di Fabio, mio marito.

A mia madre che, nel lontano 1989, mai si oppose anzi, sostenne davanti al mondo la scelta di sua figlia: quella di condividere la propria vita con quel ragazzo che, improvvisamente, dovette cominciare a fare dialisi. Ed ebbe ragione, perché la mia vita insieme a Fabio è una vita ricca di amore, di passione per la vita, di impegno, una vita che rivivrei mille volte. Certo, una vita impegnativa, fatta di paure e speranze, di voglia di normalità in un percorso che, visto dall’esterno, può sembrare speciale. Ma noi siamo, e sempre siamo stati, una coppia normale: matrimonio, una figlia, vacanze, lavoro.

A mia figlia, che ha dovuto conoscere la paura fin da subito, che ha dovuto fare i conti con un papà ed una mamma spesso assenti. Ma tutto ciò l’ha resa una donna forte pur nella sua fragilità, una donna con valori che, probabilmente, senza la malattia, non le sarebbero appartenuti. E allora benvenuta malattia nelle nostre vite!

Alle tante donne malate che ho incontrato in tutti questi anni, veri esempi di forza, di desiderio di non arrendersi. Quante signore che cercavano di conciliare gli orari della dialisi con gli orari di lavoro dei mariti o dei figli, perché dovevano essere a casa per preparare il pranzo. Nelle piccole cose, nei piccoli gesti ho visto la grandezza di queste donne! Signore anziane arrivare nel centro dialisi accompagnate dagli autisti, sempre attente ad avere i capelli ben pettinati, o un filo di rossetto, perché andavano in ospedale e pertanto dovevano essere in ordine. Quanta fatica nascosta dietro il sorriso di queste piccole eroine! O giovani ragazze desiderose di farcela, di avere un fidanzato, dei figli. Gioie a volte negate ma, oramai sempre più spesso, alla portata di tutte. Ho visto matrimoni di giovani dializzate o trapiantate con ragazzi meravigliosi, adoranti.

Alle mogli dei malati che mi hanno accolta quando ero una giovane ventenne, spaventata. Mi hanno consolata nei momenti difficili, incoraggiata, sostenuta. Mi hanno rivelato i mille trucchi per cucinare in modo da non recare danni con l’alimentazione. Come evitare il potassio, il fosforo e tanti altri consigli per far stare bene Fabio. A tutte loro il mio ringraziamento, perché con loro ho scoperto la solidarietà, l’amicizia vera, disinteressata.

Alle madri dei malati, prima tra tutte la mamma di Fabio, mia suocera. Sono loro le prime a scendere in campo per far avere ai propri figli una vita piena. Sono le prime ad offrirsi per il trapianto da vivente, a voler donare di nuovo la vita ai propri figli. Perché avere un figlio malato è un’esperienza che non ha eguali, che mette alla prova la forza di chiunque, che può diventare devastante quando ad ammalarsi di una malattia cronica, da cui non guarirà mai, è un giovane ragazzo o, addirittura un bambino. Ma il coraggio delle mamme è qualcosa che va oltre gli ostacoli, che nessuno potrà mai fermare!

Alle tante donne che lavorano in dialisi: medici, infermiere, dietiste, operatrici socio sanitarie. Queste donne hanno un ruolo prezioso, perché sono portatrici di qualità squisitamente femminili: la capacità di ascolto, l’empatia, la grazia, il sorriso. Forse non sempre, o non tutte, se ne rendono conto, ma questo mondo senza di loro sarebbe molto triste. Quante confidenze sanno raccogliere, quanti consigli dispensare. Verso tutte loro ho un’ammirazione assoluta. Grazie per tutto ciò che fate e che siete!

Ed infine, ma non per ultimo, alle donne che ho incontrato in ANED, donne piene di passione, donne che mettono il proprio tempo, la propria energia, la propria esperienza al servizio degli altriLottando, battendo i pugni per ottenere quei diritti che troppo spesso sono stati negati. Il diritto al lavoro, ad andare a scuola, a fare sport, ad avere quella vita normale, fatta di cose semplici, che tanto piacciono a noi donne. Ed allora coraggio, stringiamoci in un abbraccio collettivo, che ci faccia sentire unite, sostenute, amate! Viva le donne!!!

Patrizia Babini, Vice Segretario ANED

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