ANED Sardegna: discriminazioni nei confronti degli emodializzati

Ancora una volta i pazienti dializzati sono la categoria più colpita dall’emergenza sanitaria da COVID-19.

Il Segretario Regionale del Comitato ANED Sardegna, Annibale Zucca, denuncia pubblicamente l’atteggiamento discriminatorio verso gli emodializzati da parte dell’ATS Sardegna.

Di seguito il contenuto della lettera del Segretario, indirizzata al Presidente della Regione, Dott. Christian Solinas, all’Assessore Regionale alla Sanità, Dott. Mario Nieddu, e alla Segretaria Interregionale Liguria-Toscana-Sardegna SIN, Dott.ssa Gianfranca Cabiddu:

Abbiamo atteso diverso tempo prima di scrivere la presente, per informare le SS.LL. della gravissima situazione venutasi a creare nei confronti degli emodializzati tutti.

Pur comprendendo il dramma causato dal Covid-19, Il Comitato Regione Sardegna dell’Associazione Nazionale Dialisi e Trapianto ANED onlus, “ Medaglia d’oro alla sanità pubblica” intende, attraverso la presente nota, denunciare pubblicamente la grave discriminazione e incomprensibile presa di posizione da parte dell’ATS Sardegna che, allo stato attuale, vieta l’arrivo in Sardegna degli emodializzati. 

I Nefropatici interessati intendono esclusivamente ricongiungersi con i propri familiari e/o  trascorrere un periodo di vacanza nella nostra bellissima terra.

Ciò che a noi appare incomprensibile, Sig. Presidente, è che, mentre alle persone sane viene  consentito  arrivare in Sardegna, ai cittadini emodializzati questo viene precluso.

Il nefropatico in trattamento emodialitico, di fatto, è un soggetto costantemente sottoposto a diagnosi che individua sistematicamente le sue condizioni di salute, ivi comprese le infezioni virali.

Vale la pena ricordare che gli stessi arriverebbero nella nostra isola, dopo aver superato tutti i test, tampone compreso, e con tanto di regolari certificazioni “ Passaporto Sanitario “ rilasciate dai rispettivi centri dialisi di provenienza.

Il loro trattamento sanitario sostitutivo non sarebbe neppure a carico del nostro servizio sanitario regionale, in quanto gli stessi arriverebbero con regolari impegnative che farebbero ricadere le relative spese sulle rispettive aziende sanitarie di provenienza.

Pertanto, alla luce delle considerazioni sopra esposte, pare evidente come non possa dirsi giustificato alcun trattamento differente nei confronti dei soggetti emodializzati, i quali sarebbero costretti in tal modo a subire una irragionevole discriminazione unicamente sulla base delle loro condizioni personali.

Venga dunque garantito il regolare diritto alla libera circolazione nel territorio nazionale (e dunque anche l’ingresso nella Regione Sardegna) agli emodializzati, al pari di tutti gli altri cittadini, garantendo inoltre le terapie salvavita.”

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