Pensione di invalidità: la Corte costituzionale fissa il minimo a 516 euro

Il 24 giugno la Corte costituzionale con una propria pronuncia statuisce che i 285,66 euro della pensione di invalidità “non sono sufficienti a soddisfare i bisogni primari della vita” e afferma che in questo modo viene violato il diritto al mantenimento delle persone disabili, sancito dall’articolo 38 della nostra Costituzione. La misura minima che i giudici indicano deve essere non inferiore a 516,46 euro.

Il 24 settembre del 2018 ANED si rivolgeva al Capo del Governo Giuseppe Conte per denunciare l’esiguità della pensione di invalidità, riconosciuta alle persone con invalidità del 100%, chiedendo che fosse almeno parificata alla pensione sociale.

Ora si attende il deposito della sentenza che interesserà la persona invalida al 100% riconosciuta totalmente inabile al lavoro e incapace di svolgere i più elementari atti quotidiani della vita.

La Consulta ha stabilito altresì che la decisione “non avrà effetto retroattivo e dovrà applicarsi soltanto per il futuro”, a partire dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza sulla ‘Gazzetta Ufficiale’.

Inoltre, occorrerà verificare con la pubblicazione della sentenza i limiti di reddito personali compatibili con la nuova misura di assistenza sociale prevista.

Si tenga presente, infine, che resta ferma “la possibilità per il legislatore di rimodulare la disciplina delle misure assistenziali vigenti, purché idonee a garantire agli invalidi civili totali l’effettività dei diritti loro riconosciuti dalla Costituzione”.

Notizia dalla Consulenza ANED

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