Farmaci monoclonali per i pazienti fragili: il Colonello Garau risponde alle associazioni di pazienti

Ci appelliamo a Voi perché questa terapia monoclonale specifica per la variante omicron sia in via prioritaria assegnata per i pazienti trapiantati d’organo solido risultati positivi al Covid 19, ma anche in profilassi per quei soggetti in particolari condizioni di instabilità immunitaria, quali i pazienti in terapia dialitica e in attesa di trapianto“.

Così si chiudeva la lettera che ANED, ACTI, AITF e Forum Nazionale Associazione Trapianti hanno inviato il 31 gennaio alle massime Istituzioni Sanitarie, sul tema dell’utilizzo del Sotrovimab nei pazienti affetti da Covid-19.

Almeno un terzo delle persone trapiantate di organo, a seguito del vaccino anti-Covid, non hanno sviluppato alcuna risposta immunitaria e nell’ultimo mese si sono moltiplicati i casi di soggetti trapiantati risultati positivi al virus, nella sua variante omicron.

Da qui la preoccupazione di ANED, che avendo già scritto al Ministero della Salute il 24 gennaio, una settimana dopo ha incalzato le autorità competenti, in una lettera congiunta con le altre associazioni del settore. Qui il testo della lettera.

L’unica risposta alla preoccupazione di centinaia di pazienti è arrivata dal Gabinetto della Struttura commissariale per l’emergenza Covid-19. Il Colonnello Garau, capo del Gabinetto, ha sottolineato come “in considerazione dell’importanza che la tematica riveste, seppur le indicazioni d’uso dei farmaci in parola rientrano nelle competenze delle Autorità sanitarie regolatorie, sarà cura di questo Ente attenzionare quanto rappresentato alle Autorità competenti in materia“.

Ad oggi, dunque, nessuna risposta su come attivare protocolli che nelle strutture sanitarie garantiscano la somministrazione dell’anticorpo monoclonale ai pazienti fragili e immunodepressi.

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