Dialisi di Pontedera, Toscana: uno stallo durato troppo a lungo

Che succede in Toscana? La nuova dialisi dell’Ospedale di Pontedera (in Provincia di Pisa) somiglia a tante altre storie di malgoverno, una volta monopolio del nostro Meridione, ma ora sempre più diffuso, soprattutto nell’ambito della Sanità.
Una Regione, la Toscana, che, nell’immaginario comune, è considerata un’eccellenza per la Sanità. Ma questa incomprensibile vicenda racconta tutt’altra storia: da oltre 10 anni, infatti, si aspetta una nuova struttura di dialisi nell’Ospedale “Felice Lotti” di Pontedera!

Anche se, più in generale, la Nefrologia da anni pare essere nel mirino della politica sanitaria della Regione, i posti letto di nefrologia stanno sparendo progressivamente, mentre l’intervento a favore dei malati di reni da parte dei nefrologi viene appiattito e limitato alla sola assegnazione della terapia dialitica.
Ciò che avviene è esattamente l’opposto di quanto viene indicato nel Piano Nazionale delle Malattie Croniche del 2016.

Una corsa all’indietro di 50 anni, quando la Nefrologia è nata, staccandosi dalla Medicina Interna, perché i pazienti in uremia terminale aumentavano giorno dopo giorno e vi era la necessità di farvi fronte con specialisti preparati professionalmente e dedicati specificamente alla cura dei reni. Professionisti estremamente preparati, e non potrebbe essere altrimenti, dato che occuparsi di nefropatia vuol dire dedicarsi alla cura di molteplici patologie, da cui la malattia renale trae origine.

Oggi, la situazione, per motivi diversi, è analoga a quella che si registrava agli albori della Nefrologia. Ma, al contrario di allora, i pazienti sono in grande aumento, mentre nefrologi e infermieri specializzati nella malattia renale continuano a diminuire. La questione assume connotazione di grave colpevolezza dato che, con la presenza di nuovi farmaci capaci di ritardare la progressione della malattia, così come nuove tecniche di trapianto, sia a cuore battente, sia a cuore fermo, tra cui le nuove macchine che permettono una migliore capacità di perfusione degli organi, consentendone la conservazione extra-corporea per tempi molto più lunghi, rappresenterebbero una speranza per debellare questa malattia che, per numeri, ha i caratteri di una vera e propria pandemia.

Ai giorni nostri invece, nella colta Toscana, da dieci anni attendiamo una nuova dialisi che ancora non arriva. Per non parlare dell’Ospedale di Livorno, dove spariscono i posti letto di nefrologia, pazienti e medici sballottati tra reparti distanti anche oltre 300 metri, in attesa di un nuovo ospedale. Con la speranza che non si stia inaugurando una storia come quella della dialisi di Pontedera.

Leggi qui l’articolo di Maria Cristina Venturi del Comitato ANED Toscana, pubblicato sul quotidiano “Il Tirreno”:

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