Il punto sul post trapianto in Italia: “Dall’aderenza alla continuità terapeutica fino alla sostenibilità del sistema salute”

Nel 2019 i trapianti di fegato e rene in Italia sono stati rispettivamente 1.302 e 2.137, con un aumento del 42% rispetto al 1999. I dati indicano come il trapianto rappresenti una cura d’elezione nelle insufficienze d’organo terminali. Nel percorso di cura del paziente trapiantato, il post trapianto rappresenta un momento fondamentale per la tutela della sua salute a lungo termine. Con lo scopo di mettere a confronto clinici, istituzioni e pazienti su questo tema delicato per cercare soluzioni condivise che coniughino l’appropriatezza delle cure, la sostenibilità dei sistemi assistenziali e i benefici di salute per i pazienti, Motore Sanità ha organizzato una serie di confronti multidisciplinari in Veneto, Lazio e Puglia dal titolo “Il post trapianto e le sue criticità: dalla governance clinica alla sostenibilità economica”, realizzati grazie al contributo non condizionante di Astellas.

ANED ha partecipato agli incontri, con la presenza del Presidente, Giuseppe Vanacore, il Segretario Regionale del Comitato ANED Lazio, Paolo Carletti, e il Segretario Regionale del Comitato ANED Veneto, Alessandro Nardini.
E’ emerso come fondamentale l’ottimizzare l’integrazione ospedale-territorio, rafforzando le capacità territoriali e la formazione del personale specialistico e infermieristico al fine di garantire una costante comunicazione e collaborazione con i Centri periferici. Per garantire l’appropriatezza delle cure, un monito importante arriva da Franco Citterio, Direttore UOC Trapianti di rene del Policlinico Gemelli, Roma, “l’assunzione della terapia immunosoppressiva richiede una serie di attenzioni: la prima è che la terapia immunosoppressiva deve essere assunta per tutta la vita. Alcuni
pazienti dopo un certo numero di anni sono convinti di non aver più bisogno della terapia immunosoppressiva e di poter decidere di ridurre le dosi fino a sospendere la terapia. In questi casi entro sei mesi il paziente può perdere l’organo trapiantato, perché il sistema immunitario, non più controllato dalla terapia, inizia una reazione di rigetto. Un altro punto importante è il periodico controllo dei livelli dei farmaci immunosoppressori nel sangue, perché la stessa dose non è adeguata a tutti i pazienti. L’assorbimento e il metabolismo del farmaco all’interno del nostro organismo hanno una grande variabilità interindividuale ed è quindi necessario che ogni paziente abbia una terapia personalizzata, con controlli dei livelli ematici periodici per tutta la vita. Solo attraverso la costante assunzione dei farmaci immunosoppressori e il controllo periodico della funzione renale e dei livelli ematici dei farmaci è possibile un successo duraturo del trapianto di rene
”.
Nell’epoca della pandemia, nonostante la grande attenzione e impegno degli specialisti del settore, si è assistito ad una contrazione dei sistemi di monitoraggio dello stato di salute del paziente. Un appello urgente rivolto a tutti e, in particolare alle Istituzioni, per garantire i diritti insostituibili del paziente trapiantato, arriva da Giuseppe Vanacore, Presidente A.N.E.D., “a partire dai primi provvedimenti emergenziali per fronteggiare la pandemia, ANED ha sostenuto che non era possibile semplicemente interrompere le attività cosiddette di routine, perché per le persone trapiantate sono fondamentali per la salvaguardia dell’organo trapiantato e per evitare l’insorgere di patologie che potrebbero incidere negativamente sulla salute del trapiantato. Per questo abbiamo proposto la revisione delle procedure di prenotazione, l’intervento sugli organici nel quadro delle annunciate nuove assunzioni, l’impiego ove possibile della telemedicina e infine la creazione di corsie preferenziali per i pazienti cronici, in attesa di trapianto e trapiantati, con slot concordati per le visite.
È necessario che tutte le persone trapiantate, e ancor più quelle in attesa di trapianto, siano vaccinate con priorità e in sicurezza, già a partire da questa prima fase. La mortalità tra i trapiantati contagiati supera il 30% e in alcuni casi raggiunge e supera il 50%. Il trapianto è uno dei più grandi successi della medicina degli ultimi 50 anni, ed ha consentito la vita, o una migliore qualità di vita, a decine di migliaia di pazienti nel nostro Paese, non possiamo permetterci che siano lasciati indietro
”.


Ufficio stampa Motore Sanità
comunicazione@motoresanita.it

No Comments Yet

Leave a Reply

Your email address will not be published.

Accetto la Privacy Policy * for Click to select the duration you give consent until.

ANED

Associazione Nazionale Emodializzati
Dialisi e Trapianto Onlus
Via Hoepli 3,
20121 Milano MI

tel: 02.8057927 fax: 02.864439
email: segreteria@aned-onlus.it

C.F. 80101170159