Roma, 9 Novembre – Si è tenuto, presso l’Ospedale San Camillo, il 3° workshop “La Nefrologia in tempi di SARS-CoV-2“, organizzato dalla Società Italiana di Nefrologia (SIN) e dal Centro Nazionale Trapianti.
L’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del COVID-19 non è ancora finita, ma rispetto al 2020 il sistema sanitario nazionale e il mondo dell’associazionismo hanno migliori strumenti per tutelare la salute delle persone dializzate e trapiantate. L’evento, dunque, è stata anche occasione di riflessione sui progressi nel campo della lotta al virus e l’impatto che ha avuto sulla popolazione in dialisi e/o trapiantata.
«La pandemia che ancora morde ha accelerato la digitalizzazione della nostra società e nel settore sanitario, più che in ogni altro, può e deve diventare una enorme opportunità. – Ha sottolineato il Dottor Paolo Carletti, Segretario del Comitato ANED Lazio – E’ una necessità assoluta dare impulso ai processi di de-ospedalizzazione in combinazione con la telemedicina e, in prospettiva, a esperienze di cura a distanza.
Questo richiede necessariamente uno spostamento del baricentro dei servizi sanitari dall’ospedale al territorio, garantendo la presa in carico nella quotidiana gestione della cronicità, senza che il paziente sia costretto a tortuosi percorsi per accedere alle cure tra CUP e MMG.
«Proviamo ad immedesimarci in un paziente al 5° stadio di IRC, – ha proseguito il Segretario Carletti – un centro ospedaliero prescrive necessariamente la dialisi ed un altro, invece, ritiene possa procedere unicamente con una dieta adeguata in attesa del trapianto. Oppure pensiamo al dializzato COVID positivo, che dopo 5 giorni senza avere sintomi viene dimesso, rispedito a casa e quindi prelevato periodicamente per effettuare la emodialisi. ANED ritiene che il paziente in queste condizioni vada trattenuto in ospedale fino alla negativizzazione, cosi come avviene ad esempio all’Ospedale Sant’Eugenio. Una difformità nel trattamento assolutamente inaccettabile.
Non lasciamo da solo il malato, preda dei cattivi consigli che si possono rintracciare sul web. – Ha concluso il Dottor Carletti – Sforziamoci di comprendere fino in fondo la sua sofferenza, che spesso non è solo fisica, quanto piuttosto psicologica e relazionale. ANED auspica, pertanto, l’ingresso nelle nefrologie e nei centri dialisi di figure professionali come lo psicologo e il nutrizionista.»