Dopo aver letto l’intervista al Dr. Carlo Lucchina del 2 settembre, pubblicata su “La Prealpina, relativa alla situazione sanitaria attuale, il Presidente di ANED, Dott. Giuseppe Vanacore, è intervenuto facendo il punto su una delle principali criticità del Sistema Sanitario lombardo.
“Non sono sorpreso delle analisi del Dr. Lucchina e non fatico ad affermare che condivido diverse sue proposte, se si escludono i riferimenti troppo positivi verso il privato profit in Sanità. Importante, ad esempio, sottolineare l’affermazione circa la prevedibilità di quanto accade oggi (mancanza di personale, super esposizione degli ospedali e della diagnostica strumentale, esplosione di prime visite e esami di laboratorio, impoverimento del territorio, ecc.…).
Purtroppo, a quanto era prevedibile si è risposto con poca lungimiranza, rifiutando la programmazione, che doveva poggiare sui dati epidemiologici della popolazione lombarda (incidenza di determinate patologie, malattie e mortalità evitabili, cronicità, rischi per la salute dettati dall’inquinamento atmosferico, ecc….).
Si sarebbe dovuta affermare fin d’allora la prevenzione, operando per tempo contro i rischi di malattie di origine metabolica, come il diabete e le malattie cardiovascolari, oggi principali fonti della cronicità. Si preferì, invece, agire dal lato finanziario, e anziché programmare i volumi di prestazioni necessarie, si intervenne unicamente sulle tariffe da rimborsare, per tentare di controllare la spesa“.
Continua il Presidente di ANED: “L’errore originale di questa Sanità sbilanciata verso il privato ha finito per incentivare un allontanamento dai principi ispiratori della Riforma Sanitaria (prevenzione, cura e riabilitazione), acuendo, con l’accreditamento generalizzato del privato previsto da Formigoni, la separazione tra ospedale e territorio.
Ora che i buoi sono scappati, diverse proposte del Dr. Lucchina sono da considerare ragionevoli (trattenere medici e infermieri nel pubblico, fare del territorio un paradigma della salute e non uno slogan, porre un efficace filtro all’ingresso in Pronto Soccorso, ecc.….) ma, operativamente, si tratta di mettere una pezza nel tentativo di salvare il bene più prezioso che abbiamo, ovvero il Servizio Sanitario Universalistico gratuito per tutti i cittadini.
Un aspetto da sottolineare ulteriormente riguarda la presenza del privato accreditato profit pagato con la fiscalità generale che, nella legge 833/78, sarebbe stato unicamente previsto come integrativo delle prestazioni offerte dagli ospedali e dagli ambulatori pubblici, ma che oggi, in Lombardia, risulta ampiamente sostitutivo del Sistema Sanitario Pubblico. È un processo che mina la natura no-profit dell’universalismo sanitario, favorendo la crescita di un vero e proprio mercato della Salute“.
A tal proposito, non possiamo dimenticare che le strutture private, ferme in Lombardia al 28% dei posti letto accreditati, come ricorda Lucchina, tariffano circa il 40% delle prestazioni ospedaliere e hanno il monopolio della medicina riabilitativa; per non parlare della forte incidenza nell’attività diagnostica, nella medicina specialistica e nell’analisi di laboratorio. Un drenaggio di risorse dal pubblico verso il privato che ha contribuito a rafforzare la Sanità Accreditata (a pagamento) a discapito degli ospedali pubblici e del Territorio.
Nel contesto, non va trascurato che i lombardi, per curarsi, sborsano di tasca propria circa 9 miliardi di euro all’anno (la cosiddetta spesa “out of pocket”) per ticket, visite ed esami al solo scopo di poter evitare le lunghe liste d’attesa del Pubblico.
“L’equiparazione pubblico-privato non è certo responsabile da sola di tutto questo, ma sarebbe un bel segnale invertire la rotta per ritrovare quello spirito di servizio pubblico, tanto chiaramente sancito con gli articoli 97 e 98 della nostra Costituzione, che affermerebbe il buon andamento e l’imparzialità dell’azione amministrativa, insieme al superiore obiettivo pubblico dell’interesse nazionale”, conclude il Dott. Vanacore.