MALATI CRONICI OBBLIGATI A PER PRENOTARE TUTTI GLI ESAMI AL CUP. ANED: “COSÌ LA REGIONE CREA IL CAOS”

Dal primo agosto prossimo, l’unico modo per prenotare un esame ambulatoriale in Lombardia sarà quello di passare attraverso il Cup regionale. A stabilirlo è la delibera di giunta 4200 approvata il 18 gennaio scorso, pensata dall’amministrazione Fontana per semplificare le procedure e la vita ai cittadini, ma che rischia di avere l’effetto opposto, per lo meno sui malati cronici.

Il motivo è semplice, una persona che ha subito ad esempio un trapianto di reni è costretta, ad esempio, a sottoporsi a controlli ematici ogni due mesi e, ogni quattro, a una visita nefrologica. Fino a questo momento, al termine di un esame, il paziente aveva la possibilità di prenotare direttamente presso l’accettazione dell’ambulatorio la visita successiva, sulla base delle esigenze sia sue che del medico. Da agosto, invece, dovrà rivolgersi al Cup regionale, con relativo dispendio di tempo ed energie.

Per questo Aned ha preso carta e penna e scritto una lettera all’assessore alla Salute, Letizia Moratti, e al Direttore generale del welfare lombardo, Giovanni Pavesi, nella quale si chiede di prevedere una deroga a questo obbligo per le persone emodializzate e trapiantate.

“Non si tratta soltanto di scongiurare l’inevitabile caos che si creerà con migliaia di persone costrette a prenotare fino a 10 esami ogni anno ciascuna – sottolineano il presidente di Aned Onlus, Associazione nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto, Giuseppe Vanacore, e il segretario regionale, Vincenzo Irace, firmatari della lettera – ma di semplificare la vita a persone fragili, la cui vita è già abbastanza in salita senza bisogno di scaricare su di loro ulteriori incombenze. Prenotare gli esami direttamente presso gli ambulatori, consente a ciascun paziente di sviluppare un rapporto di fiducia con gli infermieri e gli operatori sanitari e dunque di ottenere un servizio su misura. Questo è un modello che funziona perfettamente e non c’è alcun bisogno di cambiarlo”.

“Ci auguriamo che la Regione faccia immediatamente un passo indietro – concludono Vanacore e Irace – e riprenda a coinvolgere la nostra associazione, come fatto in passato, prima di prendere iniziative che impattano sulla pelle delle persone più fragili”.

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