Negli Stati Uniti il primo trapianto di rene da maiale a uomo vivente

Un recente studio pubblicato su Nature ha suscitato grande interesse nel campo della Medicina e della Ricerca biotecnologica. I ricercatori della Società eGenesis di Cambridge, in Massachusetts, hanno portato avanti un progetto ambizioso che ha portato al primo trapianto della Storia di un rene di maiale, geneticamente modificato, in un paziente umano vivente.

Il processo di ingegneria genetica ha coinvolto ben 69 modifiche sul codice genetico del maiale donatore, introducendo 7 geni umani, al fine di ridurre il rischio di rigetto da parte del sistema immunitario del paziente. Questo innovativo approccio alla chirurgia dei trapianti ha richiesto l’impiego di tecnologie mediche all’avanguardia e una meticolosa pianificazione che ha coinvolto il Massachusetts General Hospital e la Food and Drug Administration.

Il Paziente coinvolto, Richard Slayman, 62 anni, lo scorso 21 marzo, ha ricevuto il trapianto di maiale dopo che il rene umano precedentemente trapiantato aveva iniziato a dare complicazioni. Il procedimento è stato possibile grazie a un “protocollo ad uso compassionevole” che ha concesso a Slayman l’accesso a cure sperimentali, in assenza di alternative valide.

Lo xenotrapianto, nome che indica il trasferimento di un organo proveniente da una specie animale diversa da quella del ricevente, potrebbe rappresentare una nuova speranza per molti pazienti che in futuro saranno in lista d’attesa per un trapianto. Questo straordinario sviluppo nella ricerca medica apre la strada a nuove possibilità per coloro che lottano con gravi malattie renali e potrebbe segnare un punto di svolta nel mondo dei trapianti d’organo.

Negli ultimi anni sono stati già trapiantati cuori di maiale modificati geneticamente in due persone vive; mentre dei reni modificati sono stati trapiantati in diverse persone dichiarate morte perché prive di funzioni cerebrali. Nell’ultimo mese, inoltre, un team cinese ha trapiantato un fegato di maiale modificato in un uomo di 50 anni clinicamente morto e ha tenuto l’organo in sede per dieci giorni. Ma non è tutto oro quel che luccica: il primo cuore di maiale geneticamente modificato trapiantato con successo in una persona vivente si è rivelato contaminato da un virus che potrebbe essere stata la causa del fallimento dell’organo. Il rischio di infezioni rimane una delle principali preoccupazioni quando si parla di xenotrapianti, ma la Ricerca procede, dando speranza a tutti noi.

Prima dell’intervento i ricercatori hanno raccolto e congelato campioni di sangue di tutti – dal paziente, ai familiari fino ai membri dell’équipe medica – in modo da analizzarli se si dovesse sviluppare una infezione e poterne valutare l’origine. Il Signor Slayman verrà monitorato in modo costante nel tempo, proprio per intervenire in caso di problematiche e approfondirne eventualmente le cause.

L’intero team di ricercatori e medici coinvolti in questo progetto pionieristico si augura che questo possa essere solo l’inizio di una nuova era di trapianti più sicuri, efficaci e accessibili per tutti coloro che ne hanno bisogno.

Dopo questa straordinaria conquista della Ricerca medico-scientifica, è arrivata la notizia della dimissione del paziente. Una speranza per il futuro che va ad aggiungersi, ma non certo a sostituire, l’impegno civile e solidale della dichiarazione di volontà a favore del trapianto: tramite l’iscrizione ad AIDO, con dichiarazione in occasione del rinnovo della Carta D’Identità o recandosi nella propria ASL.

Giuseppe Remuzzi, Direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano, in un recente articolo apparso sul Corriere della Sera, ha commentato: “forse un giorno la dialisi verrà superatama ci vorranno anni. Al di là dei problemi tecnici, i costi per adesso sono proibitivi. In Italia abbiamo tutto quello che serve, persino i maiali di Cesare Galli con tutte le modificazioni genetiche che servono. Quello che manca, ma potrei sbagliarmi, è la capacità di chi siede nei comitati di bioetica di giudicare come se fossero loro a essere in dialisi e ad aver bisogno di un trapianto”.

L’abolizione della dialisi per lasciare il posto al trapianto di reni geneticamente modificati è ancora lontana, e per questo è di fondamentale importanza continuare a promuovere la cultura della donazione e dichiarare la propria volontà di donare.

Il trapianto è vita!

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