Senza vaccino e obbligati ad andare a lavoro, anche il “Governo dei migliori” dimentica i più fragili

Il 28 febbraio è scaduto il provvedimento che garantisce il ricovero domiciliare per 50mila lavoratori immunodepressi, trapiantati e dializzati. Chi vuole proteggersi dal virus deve giocarsi le ferie. Aned-Onlus: “Draghi e Bonaccini ci hanno ignorati”

Milano, 8 marzo 2021 – Cambiano i governi, si modificano le maggioranze, ma una cosa non cambia mai: i lavoratori più fragili continuano ad essere l’ultima ruota del carro. Come accaduto dall’inizio della pandemia, ogni volta che si è dovuto rinnovare il provvedimento del Dl Cura Italia che consentiva l’esenzione dal lavoro per tutti quei soggetti immunodepressi e fragili, si sono perse settimane preziose senza una ragione. Con il risultato che, per tutelare la loro salute, queste persone hanno dovuto ricorrere alle ferie, chi non le ha già esaurite, alla malattia ordinaria che incide sul calcolo del periodo di comporto, oppure alle aspettative non retribuite. 

“Questi ritardi sistematici gettano decine di migliaia di lavoratori nello sconforto e nel caos – tuona Giuseppe Vanacore, presidente di Aned-Onlus, l’Associazione nazionale Emodializzati, Dialisi e Trapianto –. Chi sceglie di tutelare la propria salute è costretto a rischiare il licenziamento. E questo a causa della non curanza dello Stato che da oltre un anno va avanti con provvedimenti spot senza ricordarsi di prorogarli. Mi auguro che il Consiglio dei Ministri tenga conto di questo nostro appello domani, quando sarà chiamato ad approvare il Dl Sostegni”.

La situazione, già di per sé grave, si trasforma in un corto circuito ulteriore in questo preciso momento.

II contagio ha infatti ricominciato a correre, in tutta Italia si moltiplicano le zone rosse, il governo si prepara ad attivare la Dad per la quasi totalità degli studenti, eppure le persone più fragili, che hanno 3 volte e mezza la possibilità di perdere la vita in caso di contagio da Covid 19 continuano ad essere tagliate fuori dai calendari vaccinali.

“In questi giorni – conclude Vanacore – abbiamo visto vaccinare giovanissimi psicologi, avvocati non praticanti, politici e furbetti. Tutti quanti ritenuti dai governatori delle Regioni meritevoli di passare avanti a trapiantati, dializzati e persone anziane, il cui sistema immunitario è fragile e compromesso. Il 18 febbraio scorso, il ministro Speranza aveva inserito le persone immunodepresse e a rischio tra le categorie prioritarie da vaccinare, ma le Regioni hanno preferito andare in ordine sparso, creando pericolose difformità a livello territoriale. È necessario ripristinare il buonsenso e la giustizia. Ed è per questo che nelle scorse ore ho scritto al presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, e all’ufficio Disabilità della Presidenza del Consiglio per chiedere un cambio di passo. Ma nessuno si è degnato di rispondere. Mi appello dunque direttamente al presidente Draghi, affinché non lasci soli i più fragili”.

Ufficio stampa Aned:
Tommaso Tafi tommaso.tafi@mediatyche.it

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