Trentino, un esempio virtuoso di sistema dialisi-vacanza

“Trentino, una realtà che ha raccolto l’appello dell’Associazione Nazionale Emodializzati, Dialisi e Trapianto APS. I malati in emodialisi possono trascorrere un periodo di vacanza in Trentino e sottrarsi all’odissea della ricerca di un posto dialisi, come purtroppo succede per alcune località turistiche, in particolare la Sardegna, una ingiustificabile criticità e vergogna nazionale che l’ANED, la cui voce è portata avanti dal Comitato Regionale della Sardegna, sta denunciando con forza“.
Queste le parole del Presidente ANED, Dott. Giuseppe Vanacore sulla situazione delle dialisi-vacanze italiane.

Quello del Trentino è un segnale positivo che mostra a chi è convinto che certe cose non si riescano a fare, come, con la volontà e la giusta organizzazione, invece, un sistema in grado di rispondere alle esigenze di tutti possa essere strutturato e mantenuto nel tempo.

Come specificato dal Dr. Giuliano Brunori, Responsabile del coordinamento dei centri dialisi degli ospedali del Trentino: “La dialisi turistica offre al paziente che è in trattamento dialitico cronico di poter trascorrere un periodo di vacanza. L’accettazione della malattia diventa più sopportabile per il paziente, che può viaggiare e trovare una risposta al suo bisogno”

In estate, usufruiscono del servizio trentino molti turisti, sia italiani, sia stranieri, che gravitano attorno al Lago di Garda; in inverno sono tanti anche quelli che frequentano le località sciistiche. Uno sforzo, quello dell’Azienda Sanitaria Trentina, iniziato nel 2000, che registra numeri importanti, ponendola ai vertici del Sistema Sanitario Nazionale italiano.  

“Quest’anno prevediamo più di 1200 sedute per pazienti turisti – spiega Brunori – significa che su Arco, Tione, Borgo Valsugana e Cavalese – che normalmente fanno 13.000 sedute all’anno per i pazienti locali – abbiamo un 10% di lavoro in più per i turisti. Il tutto nell’arco di pochi mesi“.

L’obiettivo è far sì che questo esempio virtuoso porti anche le Regioni rimaste indietro, come la Sardegna citata precedentemente, ma non solo, alla strutturazione di un sistema di dialisi-vacanze, che sia flessibile ed efficiente, su tutto il Territorio Nazionale.
Chi deve ricorrere al trattamento salvavita della dialisi non può continuare a essere ostaggio della propria malattia, un recluso in casa senza vie d’uscita.

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